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Manuale semiserio per imprenditori che provano a non pensare al lavoro il 15 agosto

Eccoci qui, caro imprenditore che leggi questo articolo probabilmente dal tuo smartphone mentre sei sotto l’ombrellone. Magari sei anche alla scrivania dell’ufficio vuoto. È il 15 agosto, la giornata più sacra dell’estate italiana. Teoricamente tutto si ferma, le città si svuotano e persino i semafori sembrano più rilassati. Eppure tu sei qui, con la mente che frulla come un frullatore impazzito. Pensi a quella mail che non hai ancora letto. Pensi al cliente che “forse” ti cercherà.Al preventivo che dovrai inviare “non appena rientri”. Questo manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto è fatto proprio per te.

Non ti preoccupare, non sei solo in questa battaglia contro te stesso. Questo manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto nasce dalla consapevolezza che staccare completamente è un’arte perduta per chi ha un’azienda, e che spesso i nostri tentativi di relax finiscono per assomigliare più a un negoziato diplomatico con la nostra coscienza lavorativa che a una vera pausa.

Quindi prenditi cinque minuti (o venti, o un’ora, tanto lo sappiamo entrambi che hai “solo dato un’occhiata veloce” e ora sei qui che leggi), rilassati davvero, e scopri come sopravvivere al Ferragosto senza trasformarlo in una giornata lavorativa camuffata da vacanza.

1. Non aprire la mail “solo per vedere”: trucchi per imprenditori in vacanza

La tentazione della “occhiata veloce”

Ah, la famosa “occhiata veloce” alle mail. È come dire “mangio solo un quadratino di cioccolato”. È come dire “guardo solo un episodio su Netflix”. Sono bugie che raccontiamo a noi stessi. Lo facciamo con la convinzione di un bambino che crede ancora a Babbo Natale.

La scena che tutti conosciamo

Ti riconosci in questa scena? Sei disteso sul lettino, il sole ti scalda piacevolmente. Intorno a te si sentono le risate dei bambini che giocano in acqua. Si sente il fruscio delle pagine di un libro. Si sente il suono rilassante delle onde. E tu cosa fai? Prendi il telefono “solo per vedere se è arrivato qualcosa di importante”.

Tutto sembra urgente per un imprenditore

Il problema è che per un imprenditore, tutto sembra importante. La mail con oggetto “Info richieste” potrebbe nascondere il cliente della vita. Il messaggio WhatsApp dal tuo commerciale potrebbe essere LA notizia che stavi aspettando. Così, quello che doveva essere un controllo di trenta secondi si trasforma in un’immersione totale nel mondo del lavoro. Finisci per rispondere a mail che potevano benissimo aspettare settembre.

Il frigo della posta elettronica

La verità è che aprire la mail “solo per vedere” è come aprire il frigo “solo per guardare”. Sai benissimo che finirai per prendere qualcosa, anche se non avevi fame. Nel caso delle mail, finirai per rispondere a qualcosa. Anche se poteva aspettare.

La cascata di conseguenze

Ecco cosa succede nella pratica: apri la mail, vedi un messaggio che richiede una risposta articolata. Cominci a formulare mentalmente la risposta mentre sei ancora in spiaggia. Poi ti alzi per andare a prendere il laptop (che ovviamente hai portato “nel caso servisse”). Ti posizioni all’ombra e inizi a scrivere. Tre ore dopo sei ancora lì. Hai risposto a diciassette mail. Hai pure fatto una videochiamata con il tuo socio per “chiarire una cosa veloce”.

La soluzione strategica

Il trucco non è essere più forti della tentazione (spoiler: non lo sarai mai). Il trucco è essere più furbi. Lascia il telefono in modalità aereo, o meglio ancora, lascialo proprio in hotel. So che ti sembra una proposta rivoluzionaria, al limite della follia. Prova a fidarti di questo consiglio: il mondo non crollerà se per otto ore non sarai reperibile.

L’orario prestabilito

Se proprio non riesci a resistere, prova questa strategia: stabilisci un orario specifico per controllare le mail. Diciamo le 18:00. Mantieni quella promessa. Non “le 18:00 o quando mi viene voglia”, ma proprio le 18:00. Così avrai comunque la tua dose quotidiana di controllo. Almeno sarà circoscritta e pianificata.

Ricorda: ogni mail che leggi in vacanza è un piccolo tradimento verso te stesso. È un tradimento verso le persone che ti stanno intorno. Soprattutto, verso quel tuo io imprenditore che ha bisogno di ricaricare le batterie. Solo così tornerà più creativo e produttivo di prima.

2. Non spiegare a tuo cugino come sistemare la sua azienda: manuale per imprenditori a Ferragosto

Ecco il secondo comandamento del nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto: resistere alla tentazione di trasformare ogni pranzo familiare in una sessione di business coaching gratuita.

Il pranzo di famiglia si trasforma in business meeting

La scena è sempre la stessa: sei seduto a tavola. Hai finalmente riposto il telefono (bene!). Stai assaporando quella pasta al pomodoro che ti ricorda l’infanzia. Ed ecco che tuo cugino, tuo cognato o il vicino di ombrellone attacca. Arriva la fatidica frase: “Tu che sei imprenditore, cosa ne pensi di…?”

Scatta la modalità consulente

È lì che scatta qualcosa nel tuo cervello. È come se qualcuno avesse premuto un interruttore magico. Si attiva immediatamente la tua “modalità consulente”. Gli occhi si illuminano, la postura si raddrizza. Prima ancora di rendertene conto stai spiegando i principi del lean management. Nel frattempo tua zia serve il secondo piatto.

Il cervello imprenditoriale senza interruttore

Il problema non è che tu non sia competente (anzi, probabilmente lo sei eccome). Il problema è che il tuo cervello di imprenditore non ha un pulsante di spegnimento. È come un cane da pastore che vede un gregge: anche se è in vacanza, non può fare a meno di mettersi al lavoro.

“Ma dai, è solo una chiacchierata”, ti dici. Peccato che quella “chiacchierata” si trasformi rapidamente in un’analisi approfondita del business plan del ristorante di famiglia. Completa di suggerimenti per ottimizzare i costi. Con idee per migliorare il servizio. Con strategie per implementare il marketing digitale.

Dal tovagliolo alla call aziendale

Prima che te ne accorga, hai estratto il telefone per mostrare quell’app di cui stavate parlando. Hai fatto uno schizzo su un tovagliolo. Stai già pianificando una call per la settimana prossima.

L’effetto fiume in piena

La verità è che quando un imprenditore inizia a parlare di business, è difficile fermarlo. È come un fiume in piena che ha rotto gli argini: una volta che l’acqua inizia a scorrere, travolge tutto quello che trova sul suo cammino. Così il pranzo di Ferragosto diventa un workshop aziendale improvvisato. Con tanto di analisi SWOT sui frutti di mare.

Perché lo facciamo?

Ma perché lo facciamo? Semplice: perché ci fa sentire utili, importanti, necessari. Perché inconsciamente pensiamo che il nostro valore si misuri dalla nostra capacità di risolvere i problemi degli altri. Anche perché, diciamocelo, staccare completamente ci spaventa un po’. Trovare un modo per parlare di lavoro senza “lavorare davvero” ci sembra un compromesso accettabile.

La soluzione rivoluzionaria

Il nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto ti consiglia invece di provare qualcosa di rivoluzionario: dire “ne riparliamo a settembre” e cambiare argomento. Sì, proprio così. Radical, lo so.

Prova a rispondere con frasi come: “Hai ragione, è un tema interessante. Ma oggi facciamo che sono solo il cugino che mangia troppo?” Oppure “Ti prometto che ci pensiamo con calma quando torniamo, oggi concentriamoci su questo tiramisù che sembra fantastico”.

Non è maleducazione, è sopravvivenza

Non è maleducazione, è sopravvivenza. Ogni volta che trasformi una conversazione familiare in una consulenza aziendale, stai rubando energia al tuo riposo. Stai impedendo a quella parte di te che non è “l’imprenditore” di emergere e respirare.

Diciamolo chiaramente: i consigli dati tra un antipasto e un primo piatto, in mezzo al casino di bambini che corrono e parenti che si raccontano gli ultimi pettegolezzi, raramente sono i tuoi consigli migliori. Meglio rimandare a quando avrai la mente fresca e il tempo necessario per approfondire davvero.

3. Non rispondere “ci penso a settembre” con tono ansioso: consigli per imprenditori in vacanza

Terzo punto del nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto: imparare a dire “ci penso a settembre” come se fosse davvero una buona notizia, non una condanna a morte differita.

Il tono che tradisce tutto

Sai com’è, no? Ti arriva una richiesta, una proposta, un’opportunità. E tu, bravo imprenditore in modalità vacanza, rispondi prontamente. Usi quella frase magica che dovrebbe liberarti da ogni responsabilità immediata: “Ci penso a settembre”. Perfetto, problema risolto. Ora puoi tornare al tuo aperitivo sulla terrazza.

Peccato che il modo in cui lo dici tradisce tutto. Il tuo “ci penso a settembre” suona più come una minaccia. Non suona come un sereno rimando a tempi migliori. Suona come “oddio, un’altra cosa da aggiungere alla lista già infinita di cose da fare quando tornerò”.

L’ansia nascosta nel rinvio

È il tono che ti frega. C’è quel sottile timore nell’accento, quella piccola contrazione delle spalle, quel sospiro appena accennato che accompagna la frase. È come se stessi dicendo “ci penso a settembre” mentre già visualizzi settembre come un mese apocalittico. Un mese in cui dovrai affrontare tutto quello che hai accumulato durante le vacanze. Più tutto quello che si presenterà di nuovo. Più tutti i problemi che sono sorti mentre eri via.

Quando il rinvio diventa ansia

Così quello che doveva essere un rinvio liberatorio diventa un’ansia anticipatoria. La tua mente comincia a lavorare comunque: “Ma se ci penso a settembre sarà troppo tardi? Se nel frattempo quella opportunità svanisce? Se il cliente si rivolge alla concorrenza? Settembre sarà già troppo pieno per gestire anche questa cosa?”

Il nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto ti suggerisce di cambiare completamente prospettiva. “Ci penso a settembre” non deve essere una minaccia, ma una promessa. Non a loro, a te stesso.

Settembre non è il mese del giudizio universale in cui dovrai fare i conti con tutti i peccati di procrastinazione estiva. Settembre è il mese in cui tornerai riposato, con la mente fresca, pieno di energie nuove e con una creatività che adesso, sotto il sole cocente mentre cerchi di rilassarti, semplicemente non hai.

Prova a dire “ci penso a settembre” con un sorriso. Non ironico, non forzato, ma genuinamente soddisfatto. Come se stessi dicendo “che bello, avrò tempo e energia per dedicarmi a questo progetto nel modo giusto”.

Perché la verità è proprio questa: le decisioni prese in modalità vacanza, con la mente divisa tra il tentativo di rilassarsi e la pressione di rimanere produttivi, raramente sono le decisioni migliori. Meglio rimandare con serenità che decidere con ansia.

E poi c’è un’altra verità che spesso dimentichiamo: non tutto è davvero urgente come sembra. Quella proposta che ti pare imperdibile probabilmente sarà ancora lì a settembre. Quel cliente che minaccia di andarsene se non rispondi subito probabilmente sta bluffando. E quel progetto che ti sembra non possa aspettare probabilmente può eccome.

Il trucco è aggiungere un piano d’azione mentale al tuo “ci penso a settembre”. Non lasciarlo sospeso nel vuoto come un’altra voce nella to-do list infinita, ma inquadrarlo: “Ci penso a settembre, nella seconda settimana, quando avrò sistemato le cose urgenti del rientro e potrò dedicargli l’attenzione che merita”.

Così trasformi un rinvio ansioso in una pianificazione consapevole. E soprattutto, eviti di rovinare il presente preoccupandoti di un futuro che gestirari molto meglio quando sarà il momento giusto.

Ricorda: ogni volta che dici “ci penso a settembre” con ansia, stai portando settembre in vacanza con te. E settembre, si sa, non è mai un buon compagno di viaggio per Ferragosto.

4. Non fare il controllo “veloce” dei social aziendali

4. Non fare il controllo “veloce” dei social aziendali: manuale semiserio per imprenditori

La tentazione del “solo due minuti”

Quarto comandamento del nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto: resistere alla tentazione del giro di controllo. Quello sui social aziendali che, promesso, “sarà solo un’occhiata di due minuti”.

Lo scenario è classico: sei rilassato. Hai resistito alle mail. Hai evitato di dare consigli business al cognato. Rmandato tutto a settembre con serenità zen. Ti senti quasi un monaco tibetano della disconnessione digitale. E poi, proprio quando stai per addormentarti sotto l’ombrellone, ti viene quel pensiero subdolo. “Chissà come sta andando il post che abbiamo pubblicato ieri?”

Ed eccoti lì, con il telefono in mano, che apri Instagram “giusto per vedere i like”. Che poi diventa controllare i commenti. Che poi diventa rispondere a quel commento un po’ polemico. Diventa poi guardare le stories dei competitor. Che poi diventa analizzare perché il loro ultimo post ha avuto più engagement del tuo. E prima che te ne accorga, sei lì che stai scrivendo note vocali al tuo social media manager con idee per la prossima campagna.

Il problema dei social aziendali è che sono progettati per essere coinvolgenti, quindi è praticamente impossibile fare davvero “solo un’occhiata”. È come entrare in un casinò “solo per vedere com’è fatto”: teoricamente possibile, praticamente improbabile.

E poi c’è l’effetto paradosso del controllo: più controlli, più trovi cose che ti sembrano bisognose di controllo. Quel commento che forse andava gestito diversamente, quell’hashtag che forse non era il più azzeccato, quella storia che forse poteva essere più ingaggiante. Ogni social ha la sua dose quotidiana di piccole imperfezioni che, viste con l’occhio critico dell’imprenditore, diventano montagne da scalare.

Ma c’è di peggio: il confronto inconsapevole. Vedere i competitor che pubblicano, che interagiscono, che sembrano sempre attivi e produttivi mentre tu sei lì in costardo da bagno crea una sottile ansia da prestazione. “E se mentre io sono in vacanza loro stanno conquistando il mercato? E se quel loro post virale cambierà le regole del gioco? Se i nostri clienti pensano che siamo meno professionali perché non stiamo postando?”

Il nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto ha una soluzione drastica ma efficace: delega completamente. Se hai qualcuno che può gestire i social, lascia che lo faccia. Se non ce l’hai, programma i post in anticipo e fidati del pilota automatico.

Ma soprattutto, ricordati che il mondo dei social non si ferma mai, ed è esattamente per questo che tu devi fermarti. I social sono una maratona, non uno sprint, e anche i maratoneti più forti hanno bisogno di pause per rifornirsi di energia.

Ogni volta che cedi alla tentazione del controllo veloce, stai rubando energia alla tua creatività futura. Quel post geniale che potresti scrivere a settembre con la mente riposata non nascerà mai se continui a sprecare neuroni in micro-controlli ossessivi durante le vacanze.

E poi, diciamocelo francamente: i tuoi follower non moriranno se per qualche giorno non risponderai immediatamente ai commenti. Anzi, probabilmente apprezzeranno il fatto di avere a che fare con un’azienda guidata da una persona che sa anche staccare e prendersi cura di sé.

Il trucco è cambiare mentalità: da “devo controllare tutto” a “ho pianificato tutto quello che si poteva pianificare, il resto può aspettare”. Non è irresponsabilità, è strategia. Un imprenditore riposato vale dieci imprenditori stressati che controllano ossessivamente ogni like.

5. Non pianificare settembre mentre sei sotto l’ombrellone: guida per imprenditori a Ferragosto

L’ufficio strategico in spiaggia

Quinto punto del nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto: smettere di usare il tempo sotto l’ombrellone come ufficio strategico. Basta pianificare i prossimi sei mesi dell’azienda mentre dovresti rilassarti.

Ti riconosci? Sei lì, teoricamente in relax. Il suono delle onde dovrebbe coccolare il tuo sistema nervoso. Invece la tua mente è già proiettata alla prima settimana di rientro. “Appena torno dovrò chiamare il fornitore per quella cosa”. “Poi c’è la riunione con il commerciale”. “Ah giusto, devo anche sistemare la questione dell’amministrazione”. “E poi c’è quel progetto che dovevamo iniziare…”

La pianificazione con il cervello diviso

La pianificazione sotto l’ombrellone è uno dei trucchi più subdoli. La mente imprenditoriale la usa per convincersi di essere in vacanza. Continua comunque a lavorare. “Non sto lavorando, sto solo organizzando le idee”, ti dici. È come dire “non sto mangiando dolci, sto solo assaggiando”.

Il problema è che pianifichi in modalità vacanza con il cervello diviso. Una parte di te cerca di rilassarsi. Un’altra è già in ufficio. Il risultato è che non ti rilassi davvero (perché stai lavorando mentalmente). Non pianifichi bene (perché non hai tutti gli elementi a disposizione). La mente non è al massimo della lucidità.

È come cercare di cucinare un piatto gourmet mentre guardi la TV: né ti godi il programma né cucini al meglio. Stesso principio vale per la pianificazione aziendale in spiaggia: né ti riposi né organizzi efficacemente.

E poi c’è l’effetto moltiplicatore dell’ansia. Più pianifichi, più ti vengono in mente cose da aggiungere alla lista. Quel progetto che dovevi iniziare a settembre ti fa venire in mente quell’altro che avresti dovuto finire prima dell’estate. Quella chiamata che devi fare ti ricorda quelle tre email che hai lasciato in sospeso. È un effetto domino che trasforma una giornata di mare in una sessione di brainstorming aziendale non richiesta.

Il nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto propone una regola semplice ma rivoluzionaria: niente pianificazione orizzontale. Quando sei sdraiato, pensa solo a cose sdraiabili: il sapore del gelato, il calore del sole, la trama del libro che stai leggendo, il rumore del mare.

Se proprio ti vengono in mente idee o cose da ricordare, segnatele velocemente su un notes del telefono (una riga, non un business plan) e poi rimetti immediatamente via il dispositivo. L’idea non scapperà, e quando tornerai in ufficio avrai modo di svilupparla con la testa fresca.

Ma la vera domanda è: perché lo facciamo? Perché è così difficile stare nel presente quando siamo imprenditori? La risposta è semplice: perché siamo abituati a pensare che il nostro valore si misuri dalla nostra capacità di essere sempre produttivi, sempre proattivi, sempre un passo avanti.

Ma qui c’è un paradosso che vale la pena comprendere: i momenti di vera creatività, le soluzioni innovative, le idee rivoluzionarie raramente nascono durante le sessioni di pianificazione forzata. Nascono quando la mente è libera, rilassata, aperta. Sotto la doccia, durante una passeggiata, mentre guardi un tramonto. Appunto, quando non stai pianificando.

Quindi, ogni volta che resisti alla tentazione di pianificare settembre mentre sei in vacanza, non stai perdendo tempo. Stai investendo nella qualità delle tue idee future. Stai permettendo al tuo cervello di ricaricarsi e di tornare al lavoro con una creatività e una lucidità che la pianificazione compulsiva sotto l’ombrellone non ti potrà mai dare.

Ricorda: settembre arriverà comunque, che tu lo pianifichi in spiaggia o no. Ma la qualità del tuo settembre dipende anche dalla qualità del tuo riposo di agosto.

Manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto: Conclusioni non troppo serie

Eccoci arrivati alla fine del nostro manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto, e se sei riuscito a leggere fino qui senza controllare almeno tre volte le notifiche del telefono, complimenti: sei già sulla strada giusta.

La verità è che questo articolo potrebbe riassumersi in una frase molto semplice: “Staccare davvero conviene”. Ma siccome siamo imprenditori e le cose semplici ci fanno sempre un po’ sospettare, abbiamo dovuto argomentare, analizzare, scomporre il concetto in punti e sottopunti.

Ripensandoci, è piuttosto ironico scrivere un manuale per non lavorare durante le vacanze. È come organizzare un corso su come essere spontanei o pubblicare un libro sulla bellezza del silenzio. Ma tant’è, siamo fatti così: anche per rilassarci abbiamo bisogno di un metodo.

I cinque punti che abbiamo esplorato insieme – non aprire le mail “solo per vedere”, non trasformarsi nel consulente di famiglia, non dire “ci penso a settembre” con ansia, non controllare ossessivamente i social aziendali, non pianificare sotto l’ombrellone – sono in realtà facce diverse dello stesso diamante: la difficoltà di essere presenti nel qui e ora quando si ha un’azienda da mandare avanti.

Ma c’è una cosa che forse non abbiamo detto abbastanza chiaramente: staccare non è solo un piacere, è un dovere. Non verso i tuoi clienti (che sopravviveranno benissimo ai tuoi giorni di pausa), non verso i tuoi dipendenti (che probabilmente apprezzeranno avere un capo più riposato), ma verso te stesso e verso la tua azienda.

Un imprenditore stanco, stressato, sempre connesso è un imprenditore che prende decisioni peggiori, che vede meno opportunità, che ha meno creatività, che comunica peggio con il suo team. È un imprenditore che sta danneggiando la sua azienda credendo di proteggerla.

Al contrario, un imprenditore che sa staccare è un imprenditore che torna al lavoro con idee fresche, con l’energia per affrontare le sfide, con l’entusiasmo che è contagioso e che si trasmette a tutto il team. È un imprenditore che ha capito che il business è una maratona, non uno sprint di cento metri.

E poi c’è un aspetto ancora più importante: sei una persona prima di essere un imprenditore. Hai il diritto di goderti un tramonto senza pensare ai ricavi, di fare una nuotata senza strategizzare, di leggere un libro senza che sia un manuale di business development.

La tua identità non si esaurisce nel tuo ruolo professionale, anche se a volte sembra che il mondo (e tu per primo) te lo dimentichi. Quei momenti in cui non sei “l’imprenditore” ma sei semplicemente te stesso sono preziosi non solo per il tuo benessere, ma anche per la tua efficacia professionale.

Quindi, se c’è un invito finale da portare a casa da questo manuale semiserio per imprenditori a Ferragosto, è questo: concediti il lusso di essere umano. Concediti il lusso di annoiarti, di non avere tutto sotto controllo, di non essere sempre produttivo.

Il mondo non crollerà se per qualche giorno non sarai reperibile. La tua azienda non fallirà se rimanderai qualche decisione a settembre. I tuoi clienti non scapperanno tutti dalla concorrenza se non risponderai immediatamente alle loro mail.

Ma soprattutto, ricordati che ogni volta che scegli di staccare davvero, stai facendo un investimento nel tuo futuro imprenditoriale. Stai ricaricando le batterie, stai alimentando la creatività, stai coltivando quella lucidità mentale che ti servirà quando tornerai al lavoro.

E chi lo sa? Magari quella soluzione geniale che stai cercando da mesi ti verrà in mente proprio mentre stai facendo qualcosa di completamente diverso dal lavoro. Magari mentre costruisci un castello di sabbia con i tuoi figli, o mentre leggi un romanzo giallo sotto l’ombrellone, o mentre guardi le stelle dalla terrazza dell’hotel.

Perché le migliori idee, spesso, nascono quando smettiamo di cercarle.


Ti è piaciuto questo manuale semiserio? Allora probabilmente ti piaceranno anche gli altri contenuti del nostro blog, pensati per imprenditori che sanno che il business è una cosa seria, ma che non per questo bisogna prendersi troppo sul serio. Seguici per altri consigli, riflessioni e qualche sana ironia su come navigare il mondo dell’imprenditoria mantenendo l’umanità (e il senso dell’umorismo) intatti.

Buon Ferragosto, e ricordati: l’ufficio può aspettare. Il tramonto di stasera, invece, no.